La stella Rosetta vive pacifica ai confini
dell’universo fino al giorno in cui la tribù del Sangue Nero non
decide di invaderla con l'intenzione di conquistarla. Durante la battaglia
contro gli invasori, Takashi e sua madre Rosemary riescono a fuggire dal pianeta
grazie al sacrificio del padre, ucciso da Capitan Delitto, comandante delle forze del
Sangue Nero. La donna e il
ragazzo scappano così con una navicella e atterrano sul pianeta Terra,
precisamente in Giappone. Qui il giovane riprende a vivere un'esistenza pacifica
assieme alla madre (che si fa chiamare Mary) tornando a scuola e frequentando la palestra di arti marziali del maestro Takamine. Assieme a lui, altri promettenti allievi: Uan, la figlia del maestro,
il giovane e atletico Seiji, il burlone Hyosuke e il bambino Ippei. La vita
scorre tranquilla per Takashi fino a quando la tribù del Sangue Nero non
raggiunge la Terra con lo scopo di dominare anch'essa. A questo punto il ragazzo non può più
tirarsi indietro. Mary dona a lui e ai suoi amici dei particolari braccialetti
che permettono loro di indossare delle tute speciali. Oltre a ciò Takashi può
trasformarsi in Megaloman, un gigante mascherato dotato di lunga capigliatura
e in grado di combattere alla pari i terribili mostri alieni. Per difendere la
Terra, sua nuova casa e per vendicare la triste sorte della stella natale, Takashi combatterà assieme ai suoi amici i malvagi invasori.
Sicuramente più noto in Italia che in
patria, Megaloman ha regalato un sacco di emozioni ai bambini degli anni 80. La
serie appartiene al genere tokusatsu (così come i più famosi Ultraman, Kamen
Raider e Power Rangers) ed è composta da 31 episodi.
La regia è rapida e sfrutta spesso giochi di luce e
veloci inquadrature per dare dinamicità all'azione. Gli effetti
speciali vengono usati con parsimonia e non sempre riescono nel loro intento. I
mostri sono impersonati da stuntman con addosso dei pesanti costumi e in alcuni
casi risultano parecchio ridicoli. E'
da notare come la regia cerchi sempre di effettuare riprese dal basso per dare
l'impressione che i personaggi (Megaloman o mostri) siano giganteschi. Menzione
d'onore va alla carismatica 'Fiamma di Megalopoli', scaturita dai capelli di
Megaloman e scagliata con una rotazione della testa, in grado di infliggere il
colpo di grazia all'avversario.
La recitazione dei protagonisti non è
sempre ottimale ma si attesta sulle produzioni seriali dell'epoca. Gli attori usano una
mimica facciale spesso degna di Jim Carrey non dandosi per vinti neanche quando hanno
una maschera addosso (in questo caso sfruttano al massimo il movimento di braccia e
mani, agitate considerevolmente anche solo per dire una frase o dare un
ordine!)
Le musiche sono ad opera del mitico Seiji
Yokoyama, grande compositore noto soprattutto per aver musicato serie come
Capitan Harlock e soprattutto
I cavalieri dello zodiaco. In Megaloman sono
presenti i soliti temi triste, allegro, di combattimento, di pericolo e la
background della sigla che parte quando il nemico viene sconfitto. E’ da
sottolineare
che tra queste musiche ce n’è una che ritroviamo quasi identica in
Fantaman
(cambia solo una manciata di note).
Nell’edizione italiana risulta azzeccata la
scelta delle voci di tutti i protagonisti, tra i cui doppiatori annoveriamo Anna Rosa Garatti su Uan (la famosa voce di Teppei in 'Io sono Teppei', Maria in 'Fantaman'
e Goku in 'The monkey').
La storia è piuttosto avvincente e gode di continuity con alcune puntate a se stanti sparse qua e là. Nell'episodio 20
viene introdotto il personaggio di Berlock, un malvagio scienziato agli ordini
di Capitan Delitto, impersonato da Susumu Kurobe, il quale aveva già recitato in
altre serie tokusatsu come Ultraman (nel ruolo di Hayata) e Winspector.
Considerato che è una serie per ragazzi,
non vengono lesinate morti importanti da entrambe le fazioni come a mettere in
evidenza che la guerra contro la tribù del Sangue Nero non è un gioco e miete
continuamente vittime.
Ovviamente, anche in Megaloman è presente
una delle più famose leggi dei robottoni, quella che vede i nemici immobili
senza attaccare, ad attendere che i nostri eroi si posizionino per trasformarsi.
Questa cosa la si nota soprattutto nella puntata 19 quando Takashi e amici, presi
di mira dai cattivoni dotati di mitra, invece di scappare e ripararsi, si mettono
in posizione per la trasformazione proprio davanti a centinaia di pallottole
vaganti!
Incredibilmente, cosa che succede molto di
raro in simili serie, qui capita che più mostri attacchino contemporaneamente
Megaloman. Addirittura in cinque nella doppia puntata 20-21. Per contro, capiterà che un
mostro si ritiri (come accade spesso anche in
Jeeg e
Devilman) ‘inspiegabilmente’
proprio dopo aver immobilizzato il nostro eroe e reso vulnerabile ad un attacco
finale.
Lascia un po' perplessi il fatto che Takashi si chiamasse
così quando ancora viveva su Rosetta. Che la stella fosse una colonia del
Giappone (o viceversa)?? Comunque bisogna dire che il ragazzo e la madre sono
stati moolto fortunati ad atterrare proprio a Tokyo tra tutte le città terrestri
a disposizione!!
In conclusione, Megaloman si pone come una
serie appassionante e piacevolmente narrata, con picchi di drammaticità
interessanti. Se si è disposti a chiudere un occhio (a volte anche due) sugli
effetti speciali e sulla recitazione un po' teatrale, è sicuramente consigliata
ai nostalgici degli anni 70/80 e non.
Geruge