Tratto da un manga di
Masami Kurumada (autore anche di titoli famosi come B’TX, Kojiro
lo spirito del vento e Ring ni Kakero), l’anime è prodotto da
Toei e si avvale dello splendido character design della coppia
Shingo Araki e Michi Himeno (già apprezzati in lavori come Lady
Oscar o Danguard).
La colonna sonora è ricca
di una varietà davvero invidiabile di soundtrack ed è ad opera
di Seiji Yokoyama (compositore delle musiche di Capitan Harlock
e della serie
Megaloman) che riesce a donare all’intera serie
straordinari toni epici che raggiungono il loro apice nella saga
di Asgard, dotata di brani pomposi e orchestrali ispirati a
famosi compositori quali Richard Wagner.
Il doppiaggio italiano è la
vera croce e delizia dei fan della serie ed è analizzabile sotto
due diversi punti di vista: quello che prende in esame la
fedeltà all’opera originale e quello aulico che si discosta
molto dall’anime. Se da un lato la versione italiana è ricca di
dialoghi interessanti e ricercati nella forma e nel contenuto,
dall’altro è impossibile non notare come alcune cose siano state
stravolte in modo esagerato. Ne soffrono particolarmente i nomi
dei protagonisti (quasi tutti hanno come nome proprio quello
della loro armatura, creando imbarazzanti domande: Cassios e
Pegasus sono i due pretendenti all’armatura di Pegasus. Chi la
spunterà..?) e alcune scelte, come, ad esempio, quella di
dichiarare Virgo guardiano di Ade (tralasciando la sua vicinanza
al Budda e confondendo i sei mondi della ruota dell’esistenza
tipici del buddismo in oscuri ‘sei mondi di ade’) o di far
credere che Sirya sia stato maestro di Mime, quando invece i due
non hanno mai avuto alcun tipo di legame. Lasciano inoltre
perplesse alcune scelte di far citare dai protagonisti autori
quali Foscolo e Leopardi (che stonano un po’ se si considera che
Pegasus è un ragazzino giapponese ma risultano molto
interessanti se si considera Pegasus come cavaliere di Atena).
Da notare che nell’edizione originale i cavalieri dello zodiaco
narrati nel titolo non sono altro che cavalieri di bronzo.
Tuttavia, anche in altri paesi quali Francia, Spagna e Stati
Uniti viene tenuta la stessa assonanza (chevaliers du zodiaque,
caballeros del zodiaco, knights of zodiac). Lo stesso Kurumada
si è ritenuto soddisfatto della scelta di dichiarare i suoi
‘Saint’ (come in originale) ‘cavalieri’.
I doppiatori sono tutti di
ottimo livello (Ivo de Palma su Pegasus, Marco Balzarotti su
Sirio, Andrea De Nisco su Andromeda, Tony Fuochi su Phoenix,
Luigi Rosa su Cristal e Dania Cericola su Atena, solo per citare
i personaggi principali), il direttore del doppiaggio, il
compianto Enrico Carabelli, e l’adattatore Stefano Cerioni sono
riusciti a dare un tono aulico e adulto ai dialoghi spesso un
po’ piatti dell’edizione originale, contribuendo enormemente
alla grande fama riscossa dalla serie in Italia.
Nota di merito al
doppiatore Enzo Tarascio nella parte di Arles. Un vero must come
spessore e interpretazione. Stessa cosa per quanto riguarda
Maurizio Scattorin in ruoli chiave come Gemini (nelle ultime
puntate della serie del Grande Tempio) e Orion –A proposito,
qualcuno è a conoscenza del fatto che Scattorin ha anche
recitato in ‘Amici Miei’ nel ruolo del figlio del Perozzi?-
Sempre riguardo il
doppiaggio è da indicare che l’intera serie si è avvalsa di un
numero piuttosto esiguo di doppiatori considerata l’enorme
quantità dei personaggi coinvolti e che non è stata esente da
errori un po’ grossolani quali sentir parlare un cavaliere con
la voce di un altro o sbagliare del tutto i nomi (Ioria chiamato
Iorio, Cancer confuso con Scorpio, Toro ritenuto custode della
prima casa anziché seconda e così via). Purtroppo è anche da
notare una certa imprecisione nell’assegnazione dei ruoli così
che anche i protagonisti cambiano doppiatore a volte per poche
scene (Phoenix nel finale dell’episodio 109) o interi episodi
(Lady Isabel durante buona parte della scalata delle 12 case ha
la voce di Roberta Gallina per poi ritornare Dania Cericola
nelle ultime puntate).
La serie è stata editata
prima in vhs e poi in dvd sempre da Yamato. Nei dvd sono stati
introdotti i sottotitoli fedeli all’edizione originale così da
poter godere l’opera anche in giapponese. E’ da notare che solo
per i primi quattro film della serie è stato effettuato un
ridoppiaggio ad opera di Dynamic Italia utilizzando un
adattamento il più fedele all’originale sia nella scelta dei
nomi e dei colpi che dei dialoghi.
Del terzo film ‘La leggenda
dei guerrieri scarlatti’ esiste anche una versione passata solo
in vhs, edita da eden video e assolutamente pirata. Il film,
infatti, è stato doppiato e messo in commercio senza pagare i
diritti alla Toei. Il doppiaggio, pur avvalendosi di buoni
doppiatori (Paolo Torrisi su Pegasus, Flavio Arras su Cristal,
Felice Invernici su Andromeda e la conferma di Marco Balzarotti
su Sirio) ha una qualità fonica davvero scadente. Chi ne ha
curato l’edizione infatti, non avendo acquistato il prodotto da
Toei, non aveva a disposizione la traccia base del film (soundtrack
e effetti sonori) che sono stati ricostruiti alla bell’e meglio
durante le scene di dialogo, mentre durante gli scontri si
possono avvertire le urla dei doppiatori originali con un lavoro
di mixaggio (alzare il volume, abbassare il volume) davvero
inquietante. Stessa cosa per l’adattamento maccheronico con
invenzioni assurde di dialoghi inverosimili (le forze
dell’ultracosmo e Cristal che possiederebbe una misteriosa
spada...)
Della serie sono uscite
diverse action figure tra cui gashapon e Myth clothes (per una
carrelata veloce della mia collezione, date un’occhiata alla
mia gallery).
Ultime uscite sono i Myth EX (modellini in plastica e metallo
simili ai Myth ma migliorati in posabilità e fattura) e i Crown,
dalle dimensioni importanti (30 cm di altezza!)
Oltre ai già citati errori
di doppiaggio, gli errori principali della serie sono sviste a
livello di disegno (principalmente nella colorazione delle
armature) e in alcune scelte narrative. Ne è esempio lampante la
scalata delle dodici case, famosa perché i cavalieri impiegano
quasi più tempo a correre sulla scalinata che conduce da una
casa all’altra piuttosto che a lottare contro i Saint d’oro
(questa stranezza ha anche fatto pensare che potessero trattarsi
di scale mobili orientate al contrario!). Stessa cosa riguardo i
dubbi sull’età dei protagonisti (Cristal risulterebbe avere 14
anni ma lo si vede guidare in un episodio) e sulla vera identità
di Arles (decisamente più chiara nel manga).
Anche la trama tende a
essere un po’ ripetitiva, specialmente all’interno delle saghe
del Grande Tempio, Asgard e Nettuno. Atena è costantemente in
pericolo di vita e i cavalieri hanno sempre un determinato
periodo di tempo (breve) per riuscire a salvarla (dovendo gioco
forza affrontare nemici sulla carta più potenti di loro).
Andromeda viene spesso salvato da Phoenix, Cristal combatte
sempre con avversari che padroneggiano ghiaccio (o fuoco), Sirio
tende ad avere problemini agli occhi…
Da notare che Phoenix,
l’outsider del gruppo (per sua scelta), ha la peculiarità di
prendere sempre scorciatoie e non essere sottomesso a regole
dello spazio e del tempo (vedasi il fatto che partendo
dall’Isola del riposo, riesce ad arrivare al Grande Tempio e
passare le prime 5 case per poi salvare gli altri compagni da
Virgo nel giro di 10 minuti netti!).
Nell’anime sono molte le
aggiunte rispetto al manga e soprattutto la variazione della
storia: I primi episodi del cartone seguono abbastanza
fedelmente il manga, per poi distaccarsi pesantemente con la
comparsa di Docrates e altri cavalieri non presenti nel fumetto
originale. Anche la corsa alle dodici case presenta notevoli
diversità soprattutto nel finale così come l’origine dei
cavalieri (nel manga si scopre che sono tutti fratelli e figli
di Alman di Thule) e il loro rapporto con Lady Isabel/Saori (mal
accettato e burrascoso nel manga quasi fino alla partenza per il
Grande Tempio e invece tranquillo e protettivo dopo pochi
episodi dall’inizio dell’anime). Tra la serie del Grande Tempio
e quella di Nettuno, per dare tempo a Kurumada di disegnare le
nuove tavole del fumetto è stata creata apposta la Saga di
Asgard, criticata e amata allo stesso tempo. Amata perché si
tratta di un capitolo importante, i cavalieri sono costretti a
recarsi nel nord Europa per combattere cavalieri fortissimi,
caratterizzati molto bene (di ognuno di loro si conosce il
passato e le motivazioni che l’hanno spinto a diventare
cavaliere di Asgard)
D’altro canto, quello che
viene additato alla saga è di discostarsi troppo dalla serie
originale. Non si parla più di divinità greche ma si va a
‘scomodare’ un dio Nordico quale Odino, I guerrieri divini
risultano forti come i cavalieri d’oro (e questo fa sfigurare
più avanti i generali di Nettuno che vengono battuti in poco più
di un episodio. C’è da dire che, rispetto all’intera serie, la
saga di Nettuno è quella più fedele al manga, con meno aggiunte
e che quindi soffre di una certa frettolosità tipica dei lavori
di Kurumada).
In conclusione, come non
consigliare i Cavalieri dello zodiaco? Certo, se non siete
appassionati di lunghi combattimenti a suon di colpi luminosi e
potenti potrebbe non fare proprio al caso vostro, ma se siete
amanti del genere shonen in generale, della mitologia,
dell’astronomia, della recitazione, dell’aulicità ed epicità, anche passando sopra a una certa ripetitività della trama, è
una serie da non perdere! Siete pronti a sentire il cosmo dentro
di voi?
Geruge